venerdì 27 marzo 2009

IL VIAGGIO DI OLIVA IN LIBIA

Si fanno viaggi che, al rientro, lasciano la scia della fragranza dell'empatia, ossia di un'intesa speciale che si crea fra i viaggiatori e che favorisce il coinvolgimento alla scoperta di terre cariche di storia e di mistero.
E' quello che mi raccontava la nostra socia Oliva al ritorno dalla Libia la settimana scorsa.
Mi sembra di sentire quel profumo da queste prime foto di gruppo.



Ve lo ricordate che la Libia era una colonia italiana? Come no! Non siete mica degli adolscenti! Comunque qualche cenno storico per rinfrescare la memoria potrebbe tornare interessante.
Fu Giovanni Giolitti a colonizzare la Libia, nonostante la poca simpatia per le imprese coloniali. Lo fece a causa delle pressioni dei fabbricanti d'armi, dei gruppi finanziari che avevano investito in Libia e dei nazionalisti.
L'occupazione costò la vita al 20% della popolazione libica e raggiunse il suo culmine, sotto l'impulso del fascismo, negli anni '30. Nel '39 gli italiani erano il 13% della poloazione e poichè noi italiani non siamo tradizionalmente dei gran filosofi... costruimmo: edifici e strade.
L'immigrazione italiana cessò nel 1943 quando la Libia venne occupata dalle truppe degli Alleati anche se gran parte degli italiani rimasero in Libia.
Il resto è storia abbastanza recente.
Prima degli italiani, però, altri popoli abitarono quelle terre desertiche; in ordine cronologico: f
enici, greci, romani, bizantini, turchi e italiani.
(le seguenti didascalie sono di Oliva)

Ex chiesa cristiana cattolica (edificata dagli italiani durante il periodo coloniale) trasformata in moschea a Tripoli.
Tripoli: arco di trionfo dedicato all'imperatore Marco Aurelio nell'anno 163.

Teatro a Leptis Magna città che ha dato i natali all'imperatore Settimio Severo il quale la impreziosì con sontuosi gioielli monumentali restituiti ai posteri grazie ai restauri della Missione Archeologica italiana che, ancor oggi, lavora nel sito. L'intero sito è patrimonio mondiale dell'UNESCO.

Cupola di moschea a Ghadames antica.

Antico granaio intorno al quale si formava il villaggio.

Tre berberi che mi hanno dato il permesso di fotografarli in un negozio di Ghadames dove ho fatto acquisti (berberi significa "uomini liberi" e sono detti così gli abitanti del nordafrica in generale).

La guida Moidì nei vicoli di Ghadames antica. Ghadames, detta anche la "perla del deserto" è l'oasi (circa 60.000 palme) più occidentale della Libia.

Ghadames: antica casa ristrutturata.

Deserto intorno a Ghadames. Sono con una compagna di viaggio mentre tentiamo di scalare la prima duna arrivando poi alla seconda dove abbiamo contemplato un indimenticabile tramonto.
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Complimenti Oliva per questi scatti di alta qualità e grazie di averli concessi per il nostro blog.
Elena135

4 commenti:

  1. Oliva, che meraviglia! E che invidia! Spero di poter fare anch'io un giorno tutti i viaggi meravigliosi che hai fatto tu. Bellissimo!

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  2. E noi che ti credevamo in ritiro in Liguria..
    e invece eccoti in Libia..mai ferma eh?!?!

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  3. O Giovani, abbiate fede. Avete tanto tempo!!!

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  4. ciao Oliva sono Muhi la Guida che ti ha accompagnato per vedere la vecchia Libia e di oggi,ti auguro buone cose,e ti dico manca ancora l'Akakus bacio.

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