mercoledì 14 ottobre 2009

ASPETTANDO LA GITA...


Raimondo Montecuccoli...

...chi era costui?

FACCIAMO CONOSCENZA COL SIGNORE DEL CASTELLO CHE ANDREMO A VISITARE DOMENICA

18 OTTOBRE 2009


Raimondo nasce nel castello dal conte Galeotto Montecuccoli nel 1609, ma già all’età di dieci anni, rimasto orfano del padre, entra a far parte della famiglia del cardinale Alessandro d’Este, che lo indirizza alla vita ecclesiastica e, all’ombra del suo protettore, vive nello sfarzo della villa di Tivoli. Ma gli agi non l’attraggono, e neppure il miraggio della cospicua dote assegnatagli. Non gli resta che intraprendere la vita del soldato.

Infuria la Guerra dei trent’anni e il giovane Raimondo si distingue a 19 anni alla presa di Utrecht. Da quel momento parteciperà a quasi tutte le vicende di questa interminabile guerra che vedrà la calata di Gustavo Adolfo, re di Svezia, e le imprese di Wallenstein. Potrà così distinguersi, prima per il suo valore in battaglia, e poi, salendo rapidamente di grado, per le strategie innovative che adotterà.

A trent’anni cade prigioniero degli svedesi che lo rinchiudono per tre anni nel castello di Stettino sul Baltico: prigione dorata che gli consentirà di dedicarsi allo studio. Liberato mediante lo scambio con un generale svedese, viene nominato lui stesso generale e partecipa alla guerra di Castro. Da allora Montecuccoli è presente ovunque si profila un pericolo per l’impero. Ferma gli svedesi in Sassonia; sventa la minaccia di Rákóczy in Ungheria; copre la ritirata degli imperiali da Magdeburgo; libera Brno ed evita il tracollo degli imperiali fino alla firma del trattato di Westfalia (1648), che finalmente chiude la Guerra dei trent’anni.

Inizia a quel punto una nuova fase più diplomatica della vita di Raimondo. Nel 1654 è a Upsala alla corte della giovane regina Cristina di Svezia per sondare le intenzioni politiche di questo singolare personaggio, sulla via della conversione al cattolicesimo.

La missione diplomatica di Montecuccoli continua in Inghilterra dove è rappresentante personale dell’imperatore Ferdinando III presso Oliver Cromwell.

Nel 1657 è di nuovo sul campo di guerra, questa volta in Polonia. Ma intanto una grave minaccia per l’impero e per l’Europa tutta si profila da sud. I turchi si sono rimessi in moto e puntano con decisione su Vienna. È d’uopo indossare di nuovo la pesante corazza, non dopo aver frettolosamente racimolato un’armata composta di varie nazionalità, che a stento, però, raggiunge una metà del contingente di centomila turchi che avanza sotto le insegne del gran vizir Fazil Ahmed Köprülü, cui il sultano Maometto IV ha consegnato personalmente la bandiera del Profeta.

Muovendosi rapidamente, l’armata turca risale la Drava fino alla confluenza con la Mur e da qui raggiunge il fiume Raab dove, fra Körmend e Mogersdorf, non lontano da Graz, lo attende l’armata di Montecuccoli a sbarrare la strada per Vienna. È il primo agosto 1664. Il confronto è impari, ma il generale italiano lo risolve con uno stratagemma: lascia arretrare il proprio centro, induce i turchi ad attraversare il fiume e li avvolge, comparendo minaccioso alle loro spalle. È il panico e la rotta definitiva di Köprülü. Vienna è salva e l’imperatore preferisce non infierire sui vinti, ma sigla una facile pace, rinviando di una ventina di anni lo scontro finale che avverrà sotto le mura della capitale.

Dopo questa battaglia, Montecuccoli comparirà ancora vincitore alla testa degli imperiali sul Reno contro i francesi, in una campagna di cui Napoleone, prigioniero a Sant’Elena, scriverà la storia, ma dedicherà gran parte degli anni che gli restano alla stesura delle sue celebri opere sull’arte militare, la cui edizione nel 1807 sarà illustrata dalla prefazione di Ugo Foscolo.

Viene da chiedersi come mai un siffatto personaggio, del quale queste poche righe non possono certo illustrare adeguatamente la vicenda umana, abbia avuto così poca risonanza nella nostra storiografia, ben più prodiga nei confronti di figure assai meno significative. È presto detto: la fama di Montecuccoli fu riconosciuta dai grandi strateghi e condottieri del suo tempo, fino a Napoleone compreso, che non si stancava di additarne i princìpi ai suoi collaboratori; ma dai padri del nostro Risorgimento fu visto, due secoli dopo, non più come uno dei maggiori capitani e uomini di Stato della storia, ma come un artefice delle fortune di quell’impero asburgico che era da essi considerato come il principale oppressore del nostro Paese.

In realtà, più che all’Italia, si può dire che Montecuccoli guardò all’Europa, sia col suo genio militare (si pensi che non fu mai battuto), sia come statista. Quanto all’Italia, si sa che ne difese la lingua e la cultura; che mandò suo figlio a perfezionarsi a Siena nell’idioma dei padri; e contribuì a che l’italiano fosse tenuto in grande considerazione a corte e nell’esercito. Lui stesso scrisse in italiano tutte le sue opere.

Si puo’ dire: “un cittadino dell’europa del ‘600”


Parliamo un po’ anche del castello

Tra arte e storia

Il Castello di Montecuccolo

Il Castello di Montecuccolo, con l'annesso borgo medievale sorge nella località omonima (m. 873 s.l.m.) a circa 3 km dal centro di Pavullo. La prima menzione scritta della località "mons qui vocatur Cuculi" risale al 1027, epoca in cui viene occupato da una famiglia di feudatari che il Sorbelli ritiene discesa dalla Germania. Il Comune di Pavullo nel 1961 ha acquistato il castello e ha promosso, a partire dal 1970, un progetto generale di restauro tendente al completo recupero funzionale di tutto il perimetro costruito. In particolare nel 2009 cade il IV centenario dalla nascita (1609 – 2009) del Generale Raimondo Montecuccoli. Cosmopolita ed “europeista”, il Montecuccoli viene celebrato con un importante progetto di valorizzazione del Castello dove nacque Saranno conclusi entro l’anno il progetto relativo all’attivazione della foresteria dove trovano sistemazione i servizi di accoglienza e l’allestimento di una sezione storica e biografica dedicata a Raimondo Montecuccoli. Questa nuova offerta culturale intende rappresentare il coronamento dell’anno montecuccoliano con l’apertura di una vetrina dei prodotti enograstronomici del territorio e l’attivazione di un laboratorio permanente per attività didattiche affini rivolte alle scolaresche. Insieme ai nuovi allestimenti, con le collezioni artistiche “Il Paese ritrovato” di Gino Covili e “Raffaele Biolchini” grafiche e sculture, e con il Museo Naturalistico del Frignano “Ferruccio Minghelli”, il Castello si offre oggi al pubblico in una veste compiuta e accogliente proponendo un percorso culturale e turistico che unisce arte, storia e scoperta del territorio.

Luisa Cerminara

La corale Montecuccoli


1 commento:

  1. Cara Luisa, ho aggiunto la foto della Corale di Montecuccoli, io li ho ascoltati più volte e posso dire che sono dei veri artisti!!! Ciao!
    Elena135

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