Mi chiamo Elena, sono nata a Pordenone nel 1964 e vivo a Modena dal 1994, anno nel quale ho trovato lavoro in una ceramica di Sassuolo. Ho conosciuto la Banca del Tempo sette anni fa e da allora il mio rapporto con l'Associazione si è evoluto. Ho maturato gradualmente affetto nei confronti delle persone e degli obiettivi che caratterizzano la Banca.
Volete sapere come l’ho conosciuta? Un pomeriggio stavo stirando e guardavo un programma di Rai Tre. Intervistavano alcuni soci di una BdT e sono stata piacevolmente sorpresa dal fatto che potesse esserci un’associazione che si scambiava servizi, favori e saperi in alternativa a "merci" e denaro. Ho preso l’elenco del telefono e ho cercato di scoprire se esisteva a Modena: il giorno dopo facevo il colloquio con Oliva. Diciamo che mi ci sono “fiondata”. Ho dato fiducia ad una cosa che sentivo, mi sembrava un’esperienza adatta a me. Mi ha favorevolmente impressionata anche l’assenza di orientamenti religiosi e/o politici, una laicità rispettosa dei vari credo.
All’inizio ho scambiato molto poco, anche perché il fatto di abitare fuori Modena doveva essere scoraggiante per i soci. Però ho sempre partecipato agli incontri mensili e anche se nessuno mi chiamava, chiamavo io o andavo in ufficio a fare segreteria per “tirare su” delle ore.
Poi per un paio d’anni sono stata un po’ “latitante”, per motivi di studio: mi sono diplomata come Tecnico per i Servizi Sociali a Reggio Emilia, facendo la scuola serale. Era quindi difficile partecipare agli incontri. Tuttavia ero sicura che i soci della BdT avrebbero capito la mia difficoltà a conciliare lavoro, studio e assistenza ai genitori. Quando ho ripreso, sembrava che nulla fosse cambiato e ho trovato la solita calda accoglienza, tanto da poter dire “Dove eravamo rimasti...?"
Adesso però sono molto più impegnata nell'organizzazione dell'Associazione, anche perché l’informatizzazione della BdT ha annullato le distanze e questo mi permette di essere quotidianamente in contatto con altri soci per quanto riguarda scambi, incontri, iniziative, ecc. Il Web ha fatto diventare il rapporto con la Banca molto più agile ed è come se avessi più tempo, perché si annullano i km che devo fare. Di conseguenza mi si è anche potuto chiedere di più, per es. collaborazione per la stesura del giornalino, gestione del blog, ecc. Persino lo scambio dei servizi tradizionali è diventato più semplice: lezioni di scrittura gotica (Gothic Hand), realizzazione di pergamene, piccoli lavori di cucito, compagnia, passaggi in auto, guida all’uso di Facebook, stiro, ora mi vengono chiesti anche per mail.
Mi sto accorgendo che man mano che l’associazione cresce ha maggior bisogno di organizzazione e quindi di persone disposte a prestare attività. Perché è chiaro che gli organismi grandi sono più difficili da gestire. Ho preso quindi questa decisione, di dare una mano all’interno dell’associazione e nonostante il mio lavoro non mi permetta di essere sempre presente vedo che il mio contributo in qualche modo riesco a darlo. In questo ultimo anno, poi, la partecipazione a convegni e seminari sulla BdT ha rafforzato le mie motivazioni.
Io credo che per chi si affeziona la BdT diventi molto di più di un’associazione. Io ho trovato tanti zii, zie, cugini... una sorta di famiglia allargata, ma che si ritrova per un atto di volontà, non per legami di sangue. E tutto questo grazie al sentimento d’amicizia che si viene a creare man mano che ci si frequenta.
Di conseguenza, a volte la compilazione dell’assegno, data l’intensità dei rapporti, può sembrare superflua. Ma è importante capire che contabilizzare gli scambi è vitale per mantenere vive le caaratteristiche della BdT. Pochi scambi = cattivo funzionamento e/o scarsa utilità della banca = danno per l’associazione.
Volete sapere come l’ho conosciuta? Un pomeriggio stavo stirando e guardavo un programma di Rai Tre. Intervistavano alcuni soci di una BdT e sono stata piacevolmente sorpresa dal fatto che potesse esserci un’associazione che si scambiava servizi, favori e saperi in alternativa a "merci" e denaro. Ho preso l’elenco del telefono e ho cercato di scoprire se esisteva a Modena: il giorno dopo facevo il colloquio con Oliva. Diciamo che mi ci sono “fiondata”. Ho dato fiducia ad una cosa che sentivo, mi sembrava un’esperienza adatta a me. Mi ha favorevolmente impressionata anche l’assenza di orientamenti religiosi e/o politici, una laicità rispettosa dei vari credo.
All’inizio ho scambiato molto poco, anche perché il fatto di abitare fuori Modena doveva essere scoraggiante per i soci. Però ho sempre partecipato agli incontri mensili e anche se nessuno mi chiamava, chiamavo io o andavo in ufficio a fare segreteria per “tirare su” delle ore.
Poi per un paio d’anni sono stata un po’ “latitante”, per motivi di studio: mi sono diplomata come Tecnico per i Servizi Sociali a Reggio Emilia, facendo la scuola serale. Era quindi difficile partecipare agli incontri. Tuttavia ero sicura che i soci della BdT avrebbero capito la mia difficoltà a conciliare lavoro, studio e assistenza ai genitori. Quando ho ripreso, sembrava che nulla fosse cambiato e ho trovato la solita calda accoglienza, tanto da poter dire “Dove eravamo rimasti...?"
Adesso però sono molto più impegnata nell'organizzazione dell'Associazione, anche perché l’informatizzazione della BdT ha annullato le distanze e questo mi permette di essere quotidianamente in contatto con altri soci per quanto riguarda scambi, incontri, iniziative, ecc. Il Web ha fatto diventare il rapporto con la Banca molto più agile ed è come se avessi più tempo, perché si annullano i km che devo fare. Di conseguenza mi si è anche potuto chiedere di più, per es. collaborazione per la stesura del giornalino, gestione del blog, ecc. Persino lo scambio dei servizi tradizionali è diventato più semplice: lezioni di scrittura gotica (Gothic Hand), realizzazione di pergamene, piccoli lavori di cucito, compagnia, passaggi in auto, guida all’uso di Facebook, stiro, ora mi vengono chiesti anche per mail.
Mi sto accorgendo che man mano che l’associazione cresce ha maggior bisogno di organizzazione e quindi di persone disposte a prestare attività. Perché è chiaro che gli organismi grandi sono più difficili da gestire. Ho preso quindi questa decisione, di dare una mano all’interno dell’associazione e nonostante il mio lavoro non mi permetta di essere sempre presente vedo che il mio contributo in qualche modo riesco a darlo. In questo ultimo anno, poi, la partecipazione a convegni e seminari sulla BdT ha rafforzato le mie motivazioni.
Io credo che per chi si affeziona la BdT diventi molto di più di un’associazione. Io ho trovato tanti zii, zie, cugini... una sorta di famiglia allargata, ma che si ritrova per un atto di volontà, non per legami di sangue. E tutto questo grazie al sentimento d’amicizia che si viene a creare man mano che ci si frequenta.
Di conseguenza, a volte la compilazione dell’assegno, data l’intensità dei rapporti, può sembrare superflua. Ma è importante capire che contabilizzare gli scambi è vitale per mantenere vive le caaratteristiche della BdT. Pochi scambi = cattivo funzionamento e/o scarsa utilità della banca = danno per l’associazione.
Cara Elena,
RispondiEliminail tuo contributo è prezioso. Devo dire che inizialmente avevo un po' paura a chiederti di lavorare per l'associazione: ti sapevo iscritta da tanti anni e non direttamente coinvolta... ho pensato che non ne avessi voglia e/o tempo. Poi ti ho chiesto di seguire il blog e, sebbene tu non avessi mai fatto niente del genere, ti sei messa in gioco e hai dato la tua disponibilità. Da lì, sei poi arrivata a far parte del Direttivo e poi ancora a scrivere gli articoli e le interviste per notiziario e blog. Vorrei ringraziarti pubblicamente per l'ottimo lavoro che stai facendo e per tutta la tua disponibilità e l'affetto per la banca. Anche per me è una seconda famiglia, stavolta di elezione.
Grazie ancora anche per la tua testimonianza!
L'importante è dare Tempo... al Tempo. :-)
RispondiEliminaElena