martedì 15 marzo 2011

LA POESIA DIALETTALE


E per gli amanti del genere ecco una bellissima poesia della nostra socia Silvia.

 

AL MISCEL

 
‘Na volta l’era acsè
‘na donna l’an feva in teimp a nasser
ch’ig mittiven in man
la gàccia, i fer e l’uncinett
e, s’la vliva o l’an vliva
l’impareva fin da puteina
a cusir, ricamer, fer la maia o i calzett.
E questchè l’andeva bein per el fioli di puvrett e di sgnor
e per el sori dal  cunveint.
Adesa a’n’n’è piò acsè.
Al merchè a’t’fa cater tot, bel e fat, cusì e ricamè
E.. alora ien chè al donni dal “Miscel”,
dal Cumitet Anzian dla seconda circuscrizion
ch’ ien po’ ch’al ragazi ed’ na volta.
Chelor i’s’caten al martedì e al giuvidè mateina
In d’al circol vintedu d’avril
Per tgnir bein strec al fil ed la memoria
Per cunsgnerel al ragazi dal dè d’in co
Per mantgnir na tradizion
Per insgnereg cum a’s’ fa la maia
I calzett, i centrein cun l’uncinett
(perché, giammia bein la veritè,
i lavor fat a man i piesen ancora e ien piò originel)
E….. ancora un eter quel
al donni dal “Miscel”,
che insemm el fan anch del beli ciacri e i,s’divertessen,
a’s’volen arcurder,
 un quel dimondi important:
na pianta senza radis
l’an pol menga camper
mo gnanc i cristian
i polen camper senza radis e senza memoria.
E alora tgnam da count i noster vech
Ch’i ein i guardian del nostri radis
Ch’i ein la memoria viva.
Al boun  dal mond d’inco
Al sta in d’al boun dal mond d’na volta.
Silvia

Traduzione

“ Il GOMITOLO”


Una volta era così:
una donna non faceva in tempo a nascere
che le mettevano in mano
l’ago, i ferri e l’uncinetto
e, volente o non volente,
imparava fin da piccola
l’arte del cucire, ricamare, far la maglia e i calzetti.
E questo era per le figlie dei poveretti,per quelle dei signori
E per le suore del convento.
Adesso non è più così.
Il mercato ci fa trovare tutto bell’e fatto, cucito e ricamato
E…allora, eccole qua le donne del “Gomitolo”
del Comitato Anziani della Circoscrizione due
che sono poi le ragazze di una volta.
Queste si trovano il martedì e il giovedì mattina
nel Circolo XX Aprile
a tenere ben stretto il filo della memoria,
per consegnarlo alle ragazze del giorno d’oggi,
per conservare una tradizione,
per insegnare loro come si fanno la maglia,
i calzini, i centrini con l’uncinetto
(perché, diciamo la verità,
i lavori fatti a mano piacciono ancora e sono più originali)
E poi un’altra cosa:
le donne del “Gomitolo”,
che insieme fanno anche delle belle chiacchiere e si divertono,
ci vogliono ricordare una cosa molto, molto importante:
una pianta senza radici
non può vivere,
ma neanche gli uomini
possono vivere senza radici, senza la memoria.
E allora teniamoci buoni i nostri anziani
Che sono i custodi delle nostre radici,
che sono la memoria viva.
Il futuro del nostro mondo
sta nel buono del mondo passato

Silvia

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